Il 46esimo presidente chiarisce subito la sua posizione in politica estera: basta impossibili e dannose promesse isolazioniste, l’America è tornata
di Angela Manganaro
Il 46esimo presidente chiarisce subito la sua posizione in politica estera: basta impossibili e dannose promesse isolazioniste, l’America è tornata
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Non c’è più rabbia ma non c’è neanche più il sogno. Il primo discorso del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden allontana da quel grido di Donald Trump che nel gennaio 2016, con una smorfia da personaggio di Mad Max, prometteva la fine dell’«American carnage» a quegli americani impoveriti e arrabbiati per i tanti posti di lavoro persi. Ma in una Washington non particolarmente fredda e con il cielo azzurro, non risuona neanche il suggestivo «Yes we can» di Barack Obama. Il 2021 non è il 2008, un altro mondo, altre urgenze, non è il momento di dire quello che «si può» ma quello che «si deve» fare.
Non è stato un discorso dell’era Twitter, e non è facile farne un titolo accattivante e riconoscibile che segnerà i prossimi quattro anni ma forse è stata questa la sua forza. Nel giorno dell’insediamento, in 21 minuti, in una capitale protetta da 25mila soldati della Guardia nazionale, Biden in sostanza dice “sono qui per sistemare le cose”.
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Si deve «risanare, ricostruire» quello che si è rotto: non si può riparare agli oltre 400mila morti per Covid in meno di un anno «più degli americani caduti nella seconda guerra mondiale» ma si deve ricordarli con un minuto di silenzio. Non si può trovare subito una soluzione per chi con la pandemia ha perso lavoro, casa, sicurezze «Milioni di posti di lavoro sono andati persi e centinaia e centinaia di aziende hanno chiuso». Non si può dimenticare quello che è stato in questi quattro anni e nell’ultimo mese in cui le istituzioni sono state sfregiate da estremisti e balordi con cinque morti nell’assalto ai palazzi e alle massime istituzioni. Ma si possono riaffermare dei principi che questo grande Paese indebolito e diviso sembra aver smarrito: «Oggi non celebriamo il trionfo di un candidato ma di una causa, la causa della democrazia. La volontà del popolo è stata ascoltata Abbiamo imparato di nuovo che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E in quest’ora, amici, la democrazia ha prevalso».
Biden deve ricordare cosa è successo in questi palazzi il 6 gennaio: «d ove solo pochi giorni fa la violenza ha scosso il Campidoglio, noi veniamo adesso insieme come un’unica nazione, guidata da Dio, indivisibile, per un pacifico trasferimento dei poteri come sempre abbiamo fatto da più di due secoli».
«La storia americana non dipende da uno di noi, da alcuni di noi, ma da tutti noi» scandisce, poi una frase semplice e toccante, che tradisce la sua fede, la sua età, forse chi è Joe Biden «questo è un grande paese e noi siamo brave persone».