La commissione esterna annunciata da Facebook nel 2019 e diventata realtà l’anno scorso si trova immediatamente a dover discutere di una delle questioni più rilevanti del mondo della tecnologia. L’Oversight Board si dovrà infatti pronunciare sulla decisione da parte del social di sospendere per un tempo indefinito gli account Facebook e Instagram dell’ormai ex presidente Usa Donald Trump. Come ricordato da un comunicato del vicepresidente della società Nick Clegg, i membri che fanno parte di questo organismo indipendente hanno un potere decisionale vincolante che non può essere messo in discussione neanche dal Ceo Mark Zuckerberg. Si tratta del primo caso di peso che la commissione deve affrontare dal suo insediamento. In attesa di capire se il board confermerà o meno l’esclusione di Trump, i profili rimarranno comunque inaccessibili. L’azienda però resta convinta della scelta fatta lo scorso 7 gennaio, il giorno dopo l’assalto a Capitol Hill da parte di un gruppo di supporter dell’ex presidente. Facebook giustifica questa decisione molto delicata con la presenza di circostanze eccezionali e mai verificatesi in precedenza. Tra le altre l’incitamento all’insurrezione da parte di un presidente ancora in carica in un momento in cui deputati e senatori erano riuniti nel Congresso per ratificare i risultati delle elezioni di novembre.
Scelta contestata
Il social ha poi ricordato come la sua policy impedisca la condivisione di contenuti che incitano alla violenza. Ma sono arrivate molte critiche da chi sostiene che l’intervento sia stato comunque tardivo e preceduto da mesi di mancati provvedimenti. Un esempio su tutti è legato a un post incendiario di Trump contro le proteste per l’omicidio di George Floyd, segnalato da Twitter, ma su cui non era invece intervenuto il social di Mark Zuckerberg. Allo stesso modo sono stati sollevati dubbi, compresi quelli della cancelliera Angela Merkel e del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, sul fatto che un’azienda privata prenda iniziative di questa portata senza alcuna cornice legislativa per le piattaforme digitali. Se si guarda però all’efficacia, sembra però che la misura abbia avuto un effetto immediato. Una ricerca fatta per il Washington Post ha infatti evidenziato che ad appena 10 giorni dall’esclusione di Trump dai social è crollata in maniera vertiginosa la disinformazione online sui presunti brogli, mai verificati, che avrebbero condizionato l’ultima tornata elettorale.
22 gennaio 2021 (modifica il 22 gennaio 2021 | 11:02)
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