Faceva parte della lista dei 146 foreign fighters italiani Stefano Costantini, 24 anni, il giovane arrestato dalla Polizia italiana ad Hatay, in Turchia, dopo sei anni vissuti in Siria, nell’area di Idlib: a 18 anni non ancora compiuti aveva sposato l’ideologia jihadista e aveva deciso di lasciare la Svizzera, dove nato e cresciuto, per unirsi a un gruppo qaedista, Jabath Fatah al-Sham. Il giovane da ieri a disposizione delle nostre autorit giudiziarie e gli investigatori non nascondono la speranza di ottenere da lui elementi utili a ricostruirne tutta la storia. Dovr rispondere di associazione con finalit di terrorismo anche internazionale, arruolamento, apologia del terrorismo e istigazione a commettere crimini con tali finalit. La svolta alle indagini, avviate nel 2014 proprio grazie alla segnalazione del padre, arrivata a marzo 2019 quando lui stesso ha cominciato a mostrare un minor convincimento rispetto alla scelta fatta. La consegna volontaria stata ottenuta dopo lunga attivit investigativa e dopo l’emissione del provvedimento cautelare a suo carico. Particolarmente complesso il rientro: quando il giovane, infatti, ha deciso di consegnarsi, si dovuto costituire a una milizia siriana filo turca.
Sono 146 gli italiani sotto la lente
L’operazione della Polizia di Stato coordinata dalla Procura della Repubblica dell’Aquila —sono state le prime parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese — che ha condotto all’arresto del foreign fighter italiano per associazione con finalit di terrorismo internazionale, conferma l’efficace azione di prevenzione svolta dai nostri apparati di sicurezza e intelligence, anche grazie alla intensa e proficua collaborazione con gli altri Paesi. E intanto Fabio Berilli, primo dirigente della Direzione generale della polizia di prevenzione, ha detto che attualmente nella lista dei foreign fighter italiani (di cittadinanza italiana, passati per l’Italia o con legami con il nostro Paese, ndr) figurano 146 nomi. una lista costantemente aggiornata dal tavolo tecnico istituito ad hoc in seno al Comitato di analisi strategica antiterrorismo — ha ricordato Berilli —, un elenco di cui fanno parte persone decedute o in carcere o tornate o di cui si sono perse le tracce.
Indagine partita nel 2014
Si trattato di un’indagine complessa fatta in un territorio internazionale e per giunta di guerra, un’attivit fatta sui social e su strumenti di intercettazione anche sofisticati’, ha spiegato il questore di Pescara, Luigi Liguori, nel corso della conferenza stampa sull’arresto del foreign fighter. L’indagine partita nell’autunno del 2014 quando il giovane, figlio di italiani emigrati in Svizzera, ha iniziato a condividere l’esperienza di recarsi in territorio di guerra — ha spiegato il questore —. Non aveva ancora 18 anni. A ottobre del 2014 si imbarcato nel porto di Bari. La moglie dell’uomo, cittadina turca nata in Germania, conosciuta proprio su una chat di fondamentalisti, rimasta per sua scelta in Turchia con i quattro figli, di et compresa tra i 2 e i 10 anni. Ora sono al sicuro, ha chiuso Liguori.
20 gennaio 2021 (modifica il 20 gennaio 2021 | 18:12)
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