Comincia, e conclude, il suo discorso ricordando quello che forse potrebbe essere definito come il padre fondatore della protezione dei dati personali in Europa. Tim Cook definisce Giovanni Buttarelli «un amico compianto», con cui già due anni fa lavorava per rendere la privacy una realtà solida e concreta nel mondo della tecnologia. Fu Buttarelli, garante della privacy e tra i più grandi esperti al mondo sul tema, scomparso a soli 62 anni nell’agosto 2019, a definire il «sistema industriale dei dati». Un sistema fatto di sistemi di tracking, analisi e categorizzazione di dati, broker e tanti, tanti soldi creati da un meccanismo che permette di erogare pubblicità mirate in base al nostro comportamento online. Un sistema che ora Apple ha deciso di combattere. Oggi, come due anni fa, in una riunione coi garanti della privacy di tutto il mondo, Tim Cook si chiede: «In che tipo di mondo vogliamo vivere?».
Da consumatore a prodotto
Il Ceo di Apple è netto sull’argomento: «Se accettiamo come normale e inevitabile che ogni aspetto delle nostre vite possa essere aggregato e venduto, non perdiamo soltanto dei dati. Perdiamo la libertà di essere umani». E racconto di una nuova fase, fatta di maggiore consapevolezza e strumenti che aiutino gli utenti a proteggere i propri dati. A sapere cosa succede a queste informazioni. A capire che ogni movimento online può essere tracciato e sfruttato. Apple ha pubblicato un documento chiamato «Un giorno nella vita dei tuoi dati» proprio per rendere questi meccanismi più chiari, perché «sembra che nessuna informazione sia così privata o così personale da non poter essere monitorata, monetizzata e aggregata per restituire una vista a 360° della nostra vita. Il risultato di tutto ciò è che il consumatore cessa di essere tale per diventare il prodotto».
Le novità per la privacy
E in occasione del Privacy Day ha annunciato l’arrivo in primavera del secondo importante aggiornamento dei suoi sistemi operativi in questo senso, l’App Tracking Transparency, una funzionalità che permetterà all’utente di bloccare il tracciamento dati delle app. «Era una cosa che gli utenti chiedevano da tempo. Abbiamo lavorato a stretto contatto con gli sviluppatori per dare loro il tempo e le risorse per implementare questa novità. E a noi sta particolarmente a cuore perché pensiamo che possa migliorare le cose per tutti». L’app Tracking Transparency arriva pochi mesi dopo l’introduzione delle etichette informative sull’App Store: «una sorta di tabella nutrizionale della privacy. Tutte le app, incluse le nostre, devono rendere note le loro pratiche per la raccolta dei dati e la gestione della privacy, e queste informazioni vengono riportate sull’App Store in modo chiaro e facilmente fruibile dall’utente».
«Un dilemma sociale non può diventare una catastrofe sociale»
Ma secondo Tim Cook questo è solo l’inizio. Bisogna fare di più, cambiare il sistema e rendersi conto che non è così necessario questo «sistema industriale dei dati». Aggiunge: «Se un’industria si basa su contenuti ingannevoli, sullo sfruttamento dei dati e su scelte che in realtà scelte non sono, non merita la nostra approvazione. Al contrario, deve essere riformata. Non dovremmo mai perdere di vista il quadro generale. In un momento in cui la disinformazione e le teorie del complotto dilagano alimentate dagli algoritmi, non possiamo più chiudere gli occhi davanti a chi sostiene che ogni tipo di interazione è buona, che più dura meglio è, perché l’unico obiettivo è raccogliere la maggior quantità possibile di dati». Senza negare di aver fatto errori, e di poterli ancora fare in futuro, ma è «ciò che ci rende umani». Dunque la battaglia è ancora lunga, fatta soprattutto di avversari che si oppongono a questo radicale cambiamento delle regole del gioco e appartenenti alla stessa industria tecnologica. Ma Tim Cook non ha dubbi: «Non possiamo permettere che un dilemma sociale diventi una catastrofe sociale». E conclude: «È sempre il momento giusto per costruire con audacia e coraggio un mondo in cui, come diceva Giovanni Buttarelli, la tecnologia sia al servizio delle persone, e non il contrario».
29 gennaio 2021 (modifica il 29 gennaio 2021 | 09:38)
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