Circa 642mila ragazzi delle superiori in Lazio, Emilia Romagna, Molise e Piemonte rientreranno, alternati in percentuali che vanno dal 50 al 75
di Andrea Carli
Circa 642mila ragazzi delle superiori in Lazio, Emilia Romagna, Molise e Piemonte rientreranno, alternati in percentuali che vanno dal 50 al 75
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Tra la nuova tranche e quella “vecchia”, lunedì 18 gennaio registrerà otto regioni con gli studenti delle superiori di nuovo seduti sui rispettivi banchi. In aula quel giorno torneranno infatti le ragazze e i ragazzi di Lazio, Emilia Romagna, Molise e Piemonte. Circa 642mila persone (256mila nel Lazio, 197mila in Emilia Romagna, 13mila in Molise e 176mila in Piemonte) abbandoneranno la didattica a distanza, sebbene alternati in percentuali che vanno dal 50 al 75, mentre altri, nelle zone rosse (Lombardia, provincia autonoma di Bolzano e Sicilia) dovranno continuare a seguire le lezioni a distanza, davanti a un pc. Gli studenti delle quattro regioni andranno a “far compagnia” a quelli di Toscana, Trentino, Valle d’Aosta e Abruzzo, che sono tornati in classe l’11 gennaio. Il calendario della scuola è sempre più a macchia di leopardo.
Lombardia: dal via libera del Tar alla zona rossa
Emblematico il caso della Lombardia: prima il governatore Fontana emette un’ordinanza con la quale prevede la chiusura delle superiori fino al 25 gennaio, poi interviene il Tar che sospende la decisione e dà il via libera per un rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori, infine, sulla base dei dati dell’ultimo monitoraggio sulla curva dei contagi dell’Istituto superiore di sanità, un’ordinanza del ministro della Salute Speranza pone la regione in zona rossa da domenica 17. Svanisce così per i ragazzi l’ipotesi di rientrare in classe lunedì. E anche chi frequenta la seconda e la terza media sarà costretto a seguire le lezioni in dad. Fontana ha annunciato ricorso contro l’ordinanza del ministro.
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In Alto Adige si torna in dad
Un altro caso emblematico è quello dell’Alto Adige: dal 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori erano tornati stabilmente a scuola in presenza. Anche in questo caso è giunta la decisione di porre la regione in area rossa, e anche in questo caso da lunedì si torna in dad.
L’intervento del Tar in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia
Il Tar ha avuto un ruolo determinante in due regioni: Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Nel primo caso ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza dell’8 gennaio 2021 con cui il presidente Stefano Bonaccini aveva disposto la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 23 gennaio 2021. Il ricorso era stato presentato da 21 genitori ed è stato accolto. Da lunedì riprenderanno dunque le lezioni in presenza al 50% delle scuole superiori. Nel secondo caso, quello del Friuli venezia Giulia, il Tar ha accolto il ricorso presentato da genitori di studenti delle superiori e ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio scorso del Governatore Massimiliano Fedriga che disponeva la chiusura delle scuole secondarie di secondo grado – con attività solo in didattica a distanza – fino alla fine del mese. Fedriga sembra andare al muro contro muro. Ha annunciato che lunedì le scuole nella regione non riapriranno. Secondo quanto si è appreso, il governatore della Lega starebbe lavorando a una nuova ordinanza che scongiurerebbe la decisione del Tribunale amministrativo e che potrebbe essere emessa già oggi.
Ecco in sintesi che cosa accadrà.