È il sentiero capolavoro, uno dei simboli dell’Elba ecologica e paesaggistica, da sempre vanto di chi vive nell’isola toscana e meraviglia per i turisti. E invece la GTE, la Grande Traversata Elbana, uno degli itinerari (80 chilometri) più belli d’Europa che attraversa l’isola da Est a Ovest toccando luoghi meravigliosi tra colline, a picco sul mare e montagne (si arriva sino a 800 metri), sta rischiando di diventare una grande discarica. Anzi, in parte lo è già secondo le associazioni ambientaliste che lanciano un appello per salvare la GTE documentato da foto che fanno inorridire e chiedono un immediato piano di bonifica prima che sia troppo tardi.
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Grande Traversata Elbana, il sentiero meraviglia e l?enorme discarica abusiva
La strada napoleonica
Ed è di oggi, lunedì 1 febbraio, una presa di posizione di Legambiente, Cai e Italia Nostra che denuncia, e mostra con le immagini, discariche abusive di rifiuti di ogni specie. Oltretutto il degrado è anche un oltraggio alla storia perché per una decina di chilometri il sentiero delle meraviglie si unisce con strada napoleonica di San Martino. «Ed è soprattutto qui che lo scempio è ai massimi termini — spiega Umberto Mazzantini, responsabile di Legambiente per l’Arcipelago Toscano — con scarichi che affliggono Colle Reciso, Le Picchiaie e il Buraccio, ai confini tra i comuni di Portoferraio, Capoliveri e Porto Azzurro. La GTE è ormai diventato una lunga e lineare discarica abusiva di materiali edili, ingombranti, plastiche di ogni tipo, copertoni di auto e camion, amianto, rottami di ferro, elettrodomestici, materassi e altri materiali pericolosi». Secondo gli ambientalisti e i paesaggisti la situazione è già «vergognosa, indecente, non degna di un’isola civile che vive di turismo, ma che, nonostante le continue denunce delle associazioni, degli escursionisti e dei cittadini, delle iniziative e degli interventi sporadici di intervento, sembra essere divenuta una normale continuità ambientale degradata».
Un disastro ambientale
E ciò accade nonostante si continui a presentare l’itinerario come tra i più belli per il trekking e la bicicletta. Legambiente, Cai e Italia Nostra parlano di disastro ambientale «le cui cause sono da ricercarsi principalmente nell’inciviltà e nella miopia di chi pensa di migliorare il proprio business (artigiani e imprenditori ma anche cittadini) scaricando nel primo bosco i residui delle lavorazioni, i resti delle proprie attività, alleggerendosi le tasche da quello che costa un eventuale e corretto smaltimento e nello stesso tempo e secondo il loro punto di vista, semplificandosi la vita perché non devono andare ad un isola ecologica rispettando i tempi e i modi per smaltire i rifiuti». Ma mettono sotto accusa anche i Comuni che non fanno (o ne fanno pochi) controlli, non installano videocamere e non colpiscono i colpevoli con multe e denunce. La situazione sarebbe diventata così grave da richiedere un’immediata e imponente bonifica dei luoghi e dunque gli ambientalisti chiedono che sia firmato un accordo da Comuni, Ente Parco e la Gestione Associata del Turismo, «affinché anche in base alla previsione normativa, parte delle risorse derivanti dal contributo di sbarco che ogni turista paga per arrivare all’Elba, siano destinate a finanziare i costi delle bonifica.
1 febbraio 2021 (modifica il 1 febbraio 2021 | 18:08)
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