Una rete di centraline di monitoraggio a basso costo, integrate con quelle esistenti, permette la rilevazione ad alta risoluzione degli inquinanti
di Davide Madeddu

Una rete di centraline di monitoraggio a basso costo, integrate con quelle esistenti, permette la rilevazione ad alta risoluzione degli inquinanti
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Sensori mobili, centraline low cost e mappe cittadine in 3D per monitorare l’aria delle città e individuare gli spazi con alto tasso di inquinamento atmosferico. E, soprattutto, le cosiddette aree a “effetto canyon” dove gli inquinanti ristagnano e si accumulano anche in concentrazioni elevate.
Tecnologia a basso costo e innovazione, sono gli elementi che caratterizzano Air quality site suitability map, la mappa messa a punto dai ricercatori del centro Enea di Portici in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II (nell’ambito del Progetto Air-Heritage finanziato con 4,1 milioni di euro dal terzo bando europeo Urban Innovative Actions).
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Il sistema funziona attraverso una rete composta da centraline di monitoraggio a basso costo, sia fisse sia mobili, integrate con quelle regionali, sensori mobili e una ricostruzione in 3D dell’area in cui si effettua lo studio.
«La rete di monitoraggio sviluppata e testata a Portici – chiarisce Grazia Fattoruso, ricercatrice Enea che ha coordinato il lavoro – è composta da dispositivi sensoriali mobili e stazioni fisse in grado di creare una mappatura ad alta risoluzione spazio temporale degli inquinanti in un ambiente complesso come quello urbano».
I dispositivi mobili sono, come chiarisce la ricercatrice, «i sensori a basso costo ‘annusa-smog’ portatili Monica (MONItoraggio Cooperativo della qualità dell’Aria)», strumenti sviluppati nei laboratori dell’Enea di Portici e utilizzati poi dai cittadini in giro per la città su passeggini, scooter e zaini.