Fumare fa male alla salute, molto male alla salute. Non c’ alcun dubbio su questo. Oggi lo sanno perfino i bambini, anzi, soprattutto i bambini (qualunque fumatore con figli in et infantile, costantemente costretto sulla difensiva dagli assalti censori della propria prole, potr confermarlo). Noi tutti dobbiamo, per questo motivo, gratitudine ai medici e ricercatori da anni impegnati in campagne di sensibilizzazione sui rischi del tabagismo. Io per primo, colpito dalla loro garbata reprimenda, voglio pubblicamente ringraziarli per il loro prezioso lavoro di cura, ricerca e educazione sanitaria. Io sono un vizioso fumatore gaudente ma mi auguro che proprio grazie al loro lavoro le mie figlie non considerino mai la sigaretta come un piacere.
Sono, per, sicuro che tutti loro, pur deprecando il vizio del fumo, non disdegnino il vizio del libero pensiero. E, allora, mi consentiranno di far notare che il mio intervento — che stato pubblicato su mia iniziativa — non era un articolo sulla nocivit del fumo per il fumatore (argomento fuori discussione oramai da anni) ma un articolo sulla libert dell’individuo, sempre pi minacciata da nuove, sottili forme di coercizione e dunque quanto mai bisognosa di un nuovo pensiero. Spostare il ragionamento dalla controversa questione riguardante la libert dell’individuo all’evidenza scientifica della nocivit del fumo significa rinunciare a misurarsi con la prima, liquidando chiunque la ponga come un nemico della scienza e della salute pubblica. Niente affatto, esimi scienziati. Io ho molto a cuore la salute pubblica e sono un seguace della scienza. Non meno, per, di quanto lo sia della coscienza e, soprattutto, dell’autocoscienza.
Lo spirito critico, essenza del pensiero occidentale, da cui scaturisce anche la gloriosa impresa scientifica, mi spinge dunque a dubitare dell’informazione scientifica quando affermi che le concentrazioni di polveri fini e ultrafini liberate nell’ambiente dal fumo passivo di una singola sigaretta sono superiori a quelle degli scarichi di autovetture diesel e benzina. Perdonatemi ma si tratta di un’affermazione talmente vaga e tendenziosa (quante autovetture? su quale durata di emissioni? a che distanza dal fumatore si calcola la passivit?) da suonare come una di quelle scorciatoie retoriche che si propongono non di formare ma di supplire alla coscienza dell’individuo. Soprattutto mi rifiuto di considerarmi come vittima di una dipendenza psicofisica indotta dall’industria del tabacco e come gravato da una disabilit che incide sulla qualit della vita. Questa, consentitemelo, una visione che relega l’individuo in una sorta di perenne stato di minorit e che, dunque, autorizza lo Stato, la Scienza o il Comune di Milano a esautorarlo della sua facolt di decidere in piena coscienza se fumare o meno, se sorbirsi un whiskey o meno, se mangiare il gorgonzola (sommo piacere, apportatore, purtroppo, di colesterolo) o meno. Insomma, ci su cui invitavo a riflettere che il fumo di una sigaretta, proprio in virt della odierna consapevolezza, non espressione di una sorta di deficienza ma atto di piacere sovrano. Una piccola ma preziosa forma di sovranit che chiama in causa la fondamentale questione della libert individuale.
Gentili lettori, io non ho mai scritto di volermi ribellare alle regole di elementare civismo che proibiscono di fumare alle pensiline dei mezzi pubblici o in qualsiasi altro luogo che obblighi un non fumatore e sorbirsi il mio fumo passivo. Ci mancherebbe altro! Mi ribello, per, all’idea che l’intera citt di Milano, per liberarsi dalla cappa di smog che l’opprime debba liberarsi anche di me (e di quelli come me) e, soprattutto, mi ribello all’idea che Milano, per guadagnarsi un futuro ecologico, debba rinunciare alla libert individuale e ai piaceri della vita. La mia libert finisce dove inizia quella altrui. Sono pienamente d’accordo. Anche questo, oggi, per fortuna, lo sanno pure i bambini. Proprio oggi, per, in queste nostre vite sempre pi avviluppate in una rete di proibizioni, prescrizioni, obblighi, vincoli e profilassi che ci stringono da ogni lato, il vero tema non dove finisca la libert ma dove cominci.
26 gennaio 2021 (modifica il 26 gennaio 2021 | 22:16)
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